Chi siamo


PROGRESSI è la prima noprofit italiana che usa strumenti digitali avanzati per un cambiamento dell’economia, della politica, della società in senso progressista.

Crediamo nello sviluppo economico fondato sulla dignità del lavoro, sull’equità fiscale e sulle opportunità per chi produce in modo innovativo. Ci impegniamo per la tutela delle risorse naturali, per risanare l’ambiente e per affrontare il cambiamento climatico. Lottiamo per il rispetto delle libertà, delle differenze e dei diritti civili, contro ogni forma di discriminazione e razzismo.

Dal 2015 abbiamo avviato più di 50 petizioni e appelli a cui hanno aderito oltre 350mila persone. Abbiamo partecipato e collaborato a decine di iniziative nazionali insieme ad altre organizzazioni della società civile.

PROGRESSI non è un partito e non partecipa alle elezioni. Siamo un’associazione di promozione sociale non abbiamo poteri economici alle spalle, perciò contiamo soprattutto sulle donazioni dei nostri sostenitori. Fondatore dell’associazione è Vittorio Longhi, giornalista impegnato nella promozione dei diritti umani e della dignità del lavoro nel contesto internazionale.

Le nostre campagne

La piattaforma digitale di PROGRESSI permette di lanciare campagne progressiste per aggregare e mobilitare migliaia di persone attraverso la Rete. Non si tratta solo di petizioni online ma di un vero motore di partecipazione e di pressione sulle istituzioni, sia locali sia nazionali. Gli strumenti che offriamo, tutti gratuiti e liberi dalla pubblicità, danno la possibilità a cittadine e cittadini di lanciare le proprie petizioni, raccogliere adesioni e ottenere risultati concreti dalle istituzioni.
Non possiamo lasciarli soli
Una campagna recente a cui teniamo in modo particolare è stata avviata da Antonella Zammito, un’insegnante siciliana con un figlio disabile grave e una sede di lavoro lontana dalla famiglia. Antonella ha lanciato “Non possiamo lasciarli soli”, una petizione ai ministeri dell’Istruzione e della Pubblica Amministrazione affinché i genitori in queste situazioni potessero essere avvicinati. Grazie a Progressi Antonella è riuscita a raccogliere circa 12mila firme.
Abbiamo contattato la Commissione Lavoro alla Camera e le segreterie dei due ministeri e – grazie anche alla mediazione del sindacato – siamo riusciti a ottenere una modifica al contratto di lavoro degli insegnanti consentendo ai genitori con figli disabili gravi di essere assegnati a una sede di lavoro più vicina alla famiglia. Nei media: La RepubblicaLa SiciliaTeleacras

Digital Tax

In vista dell’ultima legge di Bilancio, abbiamo rivolto un appello al governo “Digital Tax anche in Italia” insieme al Tax Justice Network e ad alcune associazioni dei consumatori. Con la petizione, firmata da circa 5mila persone, abbiamo voluto ricordare all’ex primo ministro Renzi la sua promessa di introdurre una tassa sui profitti delle multinazionali digitali in Italia. La petizione è stata promossa anche con un video di Tommaso Faccio, docente dell’università di Nottingham, in cui si spiega la necessità di una simile imposta in Italia. rilanceremo la petizione e la campagna con il nuovo governo. Nei media: Contro la Crisi, Help Consumatori

Risorse

A luglio 2017 abbiamo sostenuto la battaglia dei cittadini e dei sindaci del Salento con la petizione “Fuori il TAP dal Salento” affinché si riconsideri il passaggio del gasdotto TAP in quel territorio. Secondo i sindaci il progetto non ha alcun impatto positivo sul mercato del lavoro né sull’economia locale. Abbiamo raccolto oltre 12mila firme e le abbiamo consegnate al presidente della Regione Puglia. Continuiamo a seguire l’impegno dei comitati locali per ripensare l’approdo e il passaggio del gasdotto, che pregiudicano in maniera irrimediabile la vocazione turistica e il patrimonio naturale del territorio.Nei media: Affari Italiani, Regione Puglia, Repubblica.it

Terremoto

Il giorno dopo il 24 agosto 2016 abbiamo lanciato la nostra raccolta fondi per le comunità più colpite del terremoto, ovvero quelle dei comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Abbiamo consegnato quanto raccolto direttamente ai sindaci, perché conoscono meglio di chiunque altro il territorio e le priorità delle proprie comunità. Oltre alla raccolta fondi abbiamo lanciato una petizione “Mettiamo l’Italia in sicurezza” rivolta al governo affinché si adotti un piano straordinario di prevenzione del rischio sismico e idrogeologico. Per formulare le richieste abbiamo raccolto e seguito le indicazioni dei consigli nazionali degli ingegneri, degli architetti e dei geologi. La petizione ha raccolto circa 45mila firme ed è stata consegnata al ministro delle Infrastrutture. Il video appello di ingegneri, architetti e geologi.


Pensioni
A maggio 2016, insieme all’associazione Lavoro&Welfare, ai Comitati locali Quota 42 e Lavoratori Precoci, abbiamo lanciato la campagna “Agli anziani la pensione, ai giovani il lavoro” per chiedere al governo il superamento della legge Fornero e consentire meccanismi di flessibilità in uscita, come previsto dalla proposta di Legge “Damiano-Gnecchi”. Questo avrebbe consentito alle migliaia di persone con oltre 41 anni di contributi versati di andare finalmente in pensione senza penalizzazioni e di liberare posti di lavoro per i più giovani. La petizione ha raccolto oltre 30mila firme online e 20mila su carta, abbiamo tenuto conferenze stampa alla Camera dei Deputati e abbiamo consegnato le firme al presidente della Commissione Lavoro al Senato e alla presidente della Camera. Anche grazie a questa spinta e al rilievo mediatico, a settembre il governo ha sottoscritto un accordo con le organizzazioni sindacali per consentire nuovi meccanismi di flessibilità in uscita. Nei media: Il diario del lavoroQuotidiano.netBlastingNews  Dai comitati: Video 1Video 2


Caporalato
A luglio 2016 abbiamo creato una coalizione di associazioni (Legambiente, Arci, CittadinanzaAttiva, Lavoro&Welfare) e sindacati (FLAI-CGIL) per la campagna “Stop al Caporalato”. Chiedevamo la rapida discussione e approvazione del disegno di Legge con misure più severe contro le imprese che fanno uso di caporalato in agricoltura, un provvedimento fermo in parlamento da oltre un anno. Abbiamo lanciato la campagna a Lecce, in Puglia, e siamo andati a visitare e documentare le condizioni di lavoro e di vita dei braccianti italiani e migranti, diffondendo la testimonianza di una bracciante pugliese con un video sul sito di Repubblica.it.
Abbiamo raccolto oltre 8mila firme, consegnate a settembre al presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, facendo pressione su tutti i parlamentari affinché accelerassero l’iter della nuova legge. Il 18 ottobre il ddl è stato discusso e approvato alla Camera.
Nei media: Repubblica.itLeccePrimaInondazioni.it


Trasporto pubblico locale
Abbiamo creato una coalizione di associazioni ambientaliste, dei consumatori e di comitati locali di pendolari, per lanciare la campagna “Milletrenipendolari” con l’obiettivo di prevenire gli incidenti, eliminare i disservizi e ridurre l’inquinamento. La petizione è stata firmata da oltre 5500 persone era rivolta al ministro dei Trasporti e ai presidenti delle Regioni.
Lo slogan richiamava il progetto “1000 treni per i pendolari”, annunciato dal governo Prodi nel 2006 ma mai realizzato, con più risorse al trasporto locale, standard più alti di qualità e di efficienza, sia nei tratti gestiti da Trenitalia sia in quelli assegnati ad altre società. Con la petizione, chiedevamo anche di coinvolgere le associazioni dei consumatori, i comitati dei pendolari e i cittadini stessi nel controllo e nella valutazione degli standard di funzionamento del trasporto pubblico locale.
Nei media: Repubblica.it, Adnkronos, Espresso, Agi, Vita, Ansa

Razzismo
Ai primi di luglio 2016, a Fermo, nelle Marche, è morto un rifugiato nigeriano, Emmanuel Chidi Namdi, durante una lite con l’italiano Amedeo Mancini, che aveva offeso pesantemente la moglie di Emmanuel, Chinyere, chiamandola “scimmia africana”. Il caso è presto diventato tema di dibattito nazionale sul razzismo in Italia. Noi abbiamo deciso di mobilitare i nostri sostenitori per mandare un messaggio di solidarietà a Chinyere attraverso il nostro sito. In pochi giorni abbiamo ricevuto oltre mille messaggi, che abbiamo raccolto in un libro e siamo andati a consegnare alla donna nigeriana. Lo stesso giorno abbiamo partecipato alla manifestazione antirazzista a Fermo, con molti nostri sostenitori sotto lo slogan “Sono Fermo contro il razzismo”. Nei media: Globalist, RivieraOggi, TMNotizie

Unioni civili

A settembre 2015 abbiamo lanciato la nostra prima petizione online “Approviamo subito il testo sulle Unioni Civili” affinché il Senato discutesse e approvasse al più presto il disegno di Legge “Cirinnà” sulle coppie di fatto. La petizione ha raccolto 7500 firme e il sostegno di vari personaggi della cultura, tra cui scrittori e giornalisti.

Nelle settimane successive abbiamo partecipato alla manifestazione nazionale a Roma e al presidio davanti al Senato con cartelli e striscioni, insieme alle principali associazioni per i diritti LGBT. La campagna è andata avanti fino all’approvazione della legge, a maggio 2016. Nei media: La Repubblica, Rai News

Terrorismo

Dopo gli attacchi terroristici a Parigi, a novembre 2015, abbiamo chiesto ai nostri sostenitori di sottoscrivere una lettera di solidarietà a tutte le vittime del terrorismo Isis, in tutto il mondo: ad Ankara, a Beirut, in Siria, in Iraq, in Nigeria – e a tutti i rifugiati costretti a scappare dallo stesso terrore che ha colpito Parigi.

L’iniziativa è stata condivisa da altre organizzazioni della rete OPEN in diversi Paesi, dagli Stati Uniti alla Germania, con un totale di oltre 540mila firme. La lettera di solidarietà è stata pubblicata in una pagina intera del quotidiano francese Le Monde.

Dopo la lettera, abbiamo chiesto ai firmatari che cosa avrebbero voluto che il governo italiano facesse contro il terrorismo. Il 71% ha risposto che avrebbe dovuto cercare soluzioni politiche in Medio Oriente. Nei media: La Repubblica

Rifugiati

La Commissione europea ha deciso di assegnare all’Eritrea oltre 200 milioni di euro, come aiuti allo sviluppo, ma senza condizioni sul rispetto dei diritti umani. Per migliorare la situazione nel Paese e fermare l’esodo verso l’Europa, abbiamo lanciato la petizione “Rifugiati: l’UE non dia soldi alla dittatura eritrea” al ministro degli Esteri italiano e al Commissario europea alla Cooperazione affinché si ponessero il rispetto dei diritti umani e l’avvio di vere riforme democratiche i requisiti per concedere gli aiuti al governo di Asmara.

Al nostro appello hanno risposto oltre 5mila persone e abbiamo presentato la petizione nel corso di due audizioni parlamentari alle Commissioni Immigrazione e Affari Esteri. Nelle audizioni, insieme all’agenzia umanitaria Habeshia abbiamo ricordato ai parlamentari che ogni mese circa 5000 persone, soprattutto giovani, scappano dall’Eritrea, dove c’è un regime che nega ogni forma di democrazia e di libertà. Alle Commissioni abbiamo ricordato anche il rapporto delle Nazioni Unite in cui si denuncia il regime di Asmara di “crimini contro l’umanità”.